Fabrizio Coscia, docente di italiano e storia all’Istituto “D’Este-Caracciolo“, è autore del libro «Soli eravamo e altre storie» (ad est dell’equatore, 2015), che è stato definito «un piccolo caso letterario grazie al passaparola e alle entusiastiche recensioni su quotidiani nazionali e in rete» (R. Palumbo Mosca, «Booksinitaly»).
Hanno detto del libro:
«Un prosatore colto e assai elegante, che forse ha letto tutti i libri».
Massimo Onofri, Avvenire.
«Coscia rilegge con acume e vivacità i grandi classici, portando il lettore a scoprirli o a riscoprirli, e comunque ad amarli».
Roberto Carnero, «Il Sole 24 Ore».
«Questo libro fa dell’arte e della letteratura (…) una specie di culto laico».
Daniele Piccini, «La lettura-Corriere della Sera».
«Svela le tracce d’esistenza di alcuni grandi autori del passato».
Andrea Caterini, «Il Giornale».
«Per Coscia il parlare di sé non si traduce mai nel trascurare il lettore».
Domenico Calcaterra, «L’Indice dei Libri».
«Uno di quei rari libri di cui non possiamo fare a meno se vogliamo sopravvivere in questi tempi di disastrosa omologazione culturale».
Nicola Vacca, «Satisfiction».
«Non mi è soltanto, banalmente, piaciuto, è un libro che mi ha coinvolto intimamente».
Andrea Carraro, «Succedeoggi».
«È un libro che fa bene alla letteratura e alla critica letteraria».
«Un libro di vite è riuscito nell’intento più arduo, quello di diventare un libro di vita».
Davide Di Falco, «Nuove finzioni».
«Uno dei grandi meriti di Coscia è riuscire a interrogare le opere a partire dalla vita e questa a partire dalle opere».
Raffaello Palumbo Mosca, «BooksinItaly».
«Una scrittura critica elevata al rango di letteratura, tanto che il lettore non saprà più dire se sta leggendo un romanzo, un saggio, o un’autobiografia interiore».
Titti Marrone, «Il Mattino».
«Sono storie bellissime queste di Soli eravamo; leggetele».
Michele Lupo, «Alibionline».
«Una narrazione costantemente calata nel linguaggio dei suoni».
Simona Frasca, «Alias-Il Manifesto».
«“Soli eravamo” è un piccolo caso letterario (…). Sono ritratti perfetti, né nuovi né vecchi».
Fabrizio Ottaviani, «Il Giornale».
«Può l’arte modificare la nostra vita?” è la domanda implicita che attraversa Soli eravamo. La nostra risposta dopo questa lettura è sicuramente sì».
Sara Meddi, «Mangialibri».
«Una difesa tout-court dell’arte».
Francesco De Filippo, «Ansa».
«Un libro di rara bellezza».
Teresa D’Aniello, «Sololibri».
«È un lavoro giocato tutto sui dettagli (…) una unione geometrica che diventa meraviglia agli occhi del lettore».
Marco Ciriello, «Il Mattino-Avellino».
«Quando si termina ci si sente quasi affranti».
Fabio Appetito, «Il Muro».
«Se ci sono pagine accompagnate da un ininterrotto sortilegio che appassiona il lettore, sono queste».
Piero Antonio Toma, «Repubblica-Napoli».
«Fabrizio Coscia aggiunge all’abilità narrativa un taglio giornalistico accattivante, in grado di appassionare realmente chi legge».
Eduardo Milone, «Corriere del Mezzogiorno».
«Un racconto denso e vivificante».
Brunella Bianchi, «Roma».
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